Cos’è l’empatia? L’empatia è la capacità di comprendere lo stato d’animo delle persone con le quali interagiamo, di metterci nei panni degli altri, di creare una connessione (no, non quella Internet) con loro. L’empatia è un tratto della personalità, senza dubbio influenzata da fattori di tipo ambientale, come l’istruzione o la condizione sociale ed economica.
Ma uno studio realizzato dai ricercatori della University of Cambridge, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry e che ha convolto oltre 46mila persone, sottolinea come l’empatia dipenda, in piccola misura, da fattori genetici.
Per gli psicologi si distinguono due categorie di empatia: la cosiddetta “empatia cognitiva” che è la capacità di riconoscere pensieri e sensazioni altrui e l’“empatia affettiva” che riguarda invece la predisposizione ad interagire con gli altri mostrando emozioni appropriate. Esiste un indicatore che misura le due componenti, il quoziente di empatia (EQ), mediante il quale studi passati hanno concluso che le donne sono leggermente più empatiche degli uomini e che il quoziente di empatia cognitiva nei soggetti autistici è inferiore rispetto a quello delle persone sane. Tale risultato, basato sull’utilizzo di questionari, è stato confermato dall’analisi dei dati prodotti durante la ricerca scientifica.
Lo studio estensivo realizzato dai ricercatori ha mostrato il possibile ruolo dei geni nello sviluppo dell’empatia: 10% circa delle differenze individuali nell’empatia è dovuto a differenze genetiche (il contributo del DNA è, quindi, pari solamente ad un decimo).
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