Uno degli obiettivi dell’accordo di Parigi è quello di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro il 2100.
Il team di ricercatori dell’International Institute for Applied System Analysis ha condotto uno studio per analizzare l’influenza di fattori come condizioni socio-economiche, diseguaglianze economiche e sociali, consumo energetico mondiale e cooperazione internazionale sulla fattibilità di questo obiettivo.
I ricercatori hanno utilizzato modelli di valutazione per creare scenari che limitino il riscaldamento al valore di 1,5 ° C, secondo i cinque cosiddetti Shared Socioeconomic Pathways (Ssp). Gli Ssp, messi a punto dal medesimo gruppo di ricerca, prendono in considerazione e sottopongono ad analisi le condizioni in base alle quali questa meta può essere raggiunta e, quindi i diversi modi in cui la popolazione mondiale potrebbe contrinuire e agire.
Dai risultati è emerso che gli scenari più promettenti mostravano un allontanamento dall’uso di combustibili fossili a favore di fonti di energia a basse emissioni di carbonio, un consumo ridotto dell’energia e la rimozione della CO2. D’altro canto, gli ostacoli al raggiungimento dell’obiettivo sono costituita dalle disuguaglianze sociali ed economiche tra gli stati, l’uso continuo di combustibili fossili e la mancanza di politiche climatiche a breve termine.
Secondo alcuni scenari, generati grazie ai modelli dei ricercatori, entro il 2030 le emissioni di gas serra avranno già raggiunto l’apice ed iniziato un declino. Attraverso il miglioramento delle misure di efficienza energetica, il consumo di energia sarà limitato: sempre secondo tali modelli, in un contesto in cui continua la crescita economica e demografica, la domanda di energia nel 2050 sarebbe limitata al 10-40% rispetto ai livelli del 2010.
Le bioenergie e le tecnologie basate su energie rinnovabile (l’energia eolica, solare, idroelettrica) nei prossimi decenni registreranno un incremento, andando a rappresentare il 60% circa della produzione di elettricità entro la metà del secolo. L’uso del carbone, quindi, potrebbe ridursi a meno del 20% degli attuali livelli entro il 2040 ed entro il 2060 il petrolio verrà gradualmente eliminato. Inoltre, si faranno strada le tecnologie a emissioni negative, strumenti per rimuovere ulteriormente l’anidride carbonica dall’atmosfera, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (Beccs).
Ma nel mondo reale, altri fattori, come la cooperazione internazionale, hanno un grande effetto sulla possibilità di raggiungimento dell’obiettivo.
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